SCEGLIERE LA PERMACULTURA: PERCHÉ?

SCEGLIERE LA PERMACULTURA: PERCHÉ?

SCEGLIERE LA PERMACULTURA: PERCHÉ?

ALCUNI MOTIVI PER CUI L’AGRICOLTURA
PERMANENTE CONVIENE

La permacultura non apporta nessuna tecnica che non sia già stata conosciuta, ma proprio per questo si propone come una vera e propria filosofia di vita incentrata sul mettere in campo tutte le vaste conoscenze umane al fine di rendere questa esistenza quanto più armoniosa possibile con l’ambiente circostante.
I suoi principi sono estremamente versatili, e si possono adottare in qualsiasi zona del mondo.
Non serve, infatti, partire da specifiche situazioni ed essere attrezzati in un particolare modo.
No.
È sufficiente avere la forza di volontà di voler studiare l’ambiente circostante ed applicare a tentativi concreti dei cambiamenti volti a migliorare l’efficienza energetica e gestionale delle risorse in nostro possesso.
Che si tratti di un contesto urbano, o la riqualificazione di un terreno in campagna, l’approccio è identico: elasticità mentale, intuizione, e ispirazione a partire dalle leggi della Natura!
In Italia abbiamo infinite motivazioni per accogliere i principi di permacultura sul territorio, e nella scelta comunitaria come approccio al sostentamento alle reti locali.
Noi ne abbiamo individuate 5, ma ce ne sarebbero in realtà infinite, come infinite sono le combinazioni progettuali a cui il Manuale di Progettazione di Bill Mollison ci apre.

 1. Maggior autonomia

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Mettere al primo posto l’efficienza quando spendiamo energie e risorse(includendo l’autoproduzione là dove possibile, la salute di ogni componente della comunità e la gestione responsabile della terra) non solo consente di migliorare in maniera tangibile la qualità della nostra vita, ma permette di emanciparci sempre più dalle logiche agrarie e produttive dei mercati internazionali.
La maggior parte delle materie prime importate quasi mai hanno come principale prerogativa il mantenimento delle proprietà organolettiche, o la garanzia di essere incontaminate dalle sostanze nocive.
Il dettame vigente, aimé, è quello di poter garantire il costo più contenitivo per permettere maggior competitività sul mercato.
Ed essere succubi delle oscillazioni di prezzo o delle carestie pone in una situazione di dipendenza dalle logiche di business quando si tratta di fare la scelta più salutare.
Ecco che l’atto di autoprodursi, quando è possibile, il cibo e tutto il necessario per soddisfare i bisogni primari consente di diventare meno dipendenti dall’acquisto di prodotti alimentari e non ( importati inoltre in gran percentuale dall’estero, dove le norme in materia di sicurezza alimentare non sempre forniscono le garanzie sufficienti).

2. Maggior probabilità di sopravvivenza


Man mano che ci si approccia sempre più a fare proprie le regole dell’utilizzo strettamente necessario e di quello conservativo, sarà spontaneo ricordarci quanto la nostra esistenza sia interconnessa agli ecosistemi da cui dipendiamo.
Nel corso dei secoli le azioni del genere umano, ritenute adeguate all’epoca, nei confronti del mondo naturale hanno prodotto danni alla nostra stessa società.
Proprio per questo essere maggiormente consapevoli delle tracce, talvolta indelebili, che lasciamo al nostro passaggio ci spinge ad essere più propensi ad agire a sostegno, e non contro la Terra.
“L’informazione, la riflessione e un’attenta indagine ci forniscono gli elementi necessari per moderare, abbandonare o vietare comportamento e sostanze che, a lungo andare, minacciano la nostra sopravvivenza.
In breve, agiamo per sopravvivere.”
(Permacultura – Manuale di Progettazione di Bill Mollison, Capitolo 1)
Quando, di risposta all’intervento umano, catastrofi naturali o l’estinzione di specie vegetali e animali intaccano pesantemente la ricca biodiversità del nostro Pianeta, sappiamo che in realtà ad essere anche minacciate sono le nostre stesse possibilità di sopravvivenza.
Letteralmente, dipendiamo dal buon stato di salute di tutti i sistemi.

3. Possibilità di creare una comunità sana


La permacultura si basa, tra i suoi principi fondamentali, anche sulla cura delle persone (“far sì che possano accedere alle risorse necessarie alla propria esistenza”).
Tra i bisogni primari degli esseri umani non può mancare quello di vivere in stretta vicinanza agli altri intessendo relazioni ricche e soddisfacenti.
Impossibile immaginare una vita piena e allo stesso tempo priva di questa fondamentale esigenza umana.
Siamo infatti costantemente interconnessi gli uni agli altri, ed è stato dimostrato che solo le specie e associazioni di specie (come le micorrizie) hanno la possibilità di creare comunità sane, grazie all’incredibile e potente gioco di squadra.
È indispensabile promuovere forme societarie in grado di dare valore al contributo del singolo, anziché fomentare una competitività foriera di spirito antagonista.
Renderci conto dell’importanza dell’aiuto esteso a chi ci è vicino come ingrediente imprescindibile del nostro stesso benessere concorrerà a far maturare una consapevolezza più estesa che include l’intero genere umano, ed ogni forma vivente, come una grande famiglia.
“La cura degli altri diventerà cura delle specie, perché tutte le forme di vita hanno una comune origine”.

4. Minor dispendio di lavoro ed energia

Privarsi del tempo libero, oggi, è diventata quasi tristemente una prassi abituale nel momento in cui si è schiavi del salario, contadini, proprietari terrieri o industriali.

Non si ha tempo di studiare, e nemmeno quindi di approfondire la conoscenza umana strettamente connessa all'interrogativo del motivo della nostra presenza sulla Terra.

Abbiamo perso un quotidiano pregno di significato, in simbiosi con i ritmi della natura, che alterna il lavoro fisico a quello mentale, seguito dal riposo e dal gioco.

Un bisogno, quest'ultimo, inanielabile per il benessere psicofisico di un individuo.

Una cultura scientifica e materialista porta a vivere vite artificiali private dell'esperienza del mondo naturale, e di conseguenza di un potenziale evolutivo.

La transizione dall'agricoltura contemporanea alla permacultura, invece, consente nel giro di qualche anno di arrivare ad una riqualificazione tale da richiedere successivamente da parte dell'uomo lavorazioni minime, se non addirittura assenti.

Superato il periodo del passaggio, che richiede necessariamente numerosi interventi e risorse, consente, ad imitazione delle leggi della Natura, un lavoro fluido e di accompagnamento a sistemi capaci di autoregolarsi.

5. Azzeramento, o quasi, dell’impatto ambientale
Inutile ribadire che in un sistema in cui ogni elemento è posizionato in modo tale che ognuno soddisfi le necessità degli altri, lo scarto inutilizzato è innumerevoli volte minore rispetto ad una gestione aziendale moderna.

La lotta principale consiste nel creare quanto meno inquinamento possibile o nell'evitare di far stanziare risorse inutilizzate, con conseguente dispendio inutile di energia.

In permacultura la riqualificazione energetica e la produzione parziale, se non totale, di combustibile in azienda, consente di fare soddisfare i fabbisogni energetici dal sistema stesso.

In un'azienda convenzionale il rapporto in passivo dell'apporto dei combustibili, fertilizzanti e biocidi causa, e continua a causare, continui squilibri con l'ambiente circostante.

In un sistema in permacultura vengono notevolmente salvaguardate le proprietà del suolo, comprensivo di nutrienti minerali, humus, e le sue capacità di immagazzinamento idrico.

Si tutela la risorsa ambientale migliorando l'efficienza dell'uso dell'acqua, conservandola, rimuovendo al contempo gli inquinanti.

La gestione delle risorse è fondamentale perché permette, tramite una attenta progettazione del terreno agricolo più sostenibile, di fronteggiare e superare condizioni climatiche avverse.