Introduzione alla Permacultura: Cos’è e come funziona
Storia della Permacultura – dagli albori al movimento mondiale che è oggi
Alla fine degli anni sessanta a molti fu chiaro quali aspetti contestare alla società totalmente in contrapposizione ai bisogni umani ed ambientali, senza però mai trovare una reale soluzione percorribile a livello pratico.
O almeno, così sembrava.
In Australia non erano tutti d’accordo sull’arrendersi così facilmente nel consegnare ai figli un mondo privo di speranza.
Tra il 1972 e il 1974, infatti, le menti di due agronomi naturalisti australiani, Bill Mollison e David Holmgren, arrivano ad ideare un modello progettuale che potesse essere una risposta al disastro ambientale per cui nel mondo ci si stava solo iniziando ad allarmare.
Si trattava di mettere a punto un sistema di agricoltura sostenibile, con maggior rilievo per lo studio della coltivazione di piante ed erbacee perenni.
Mollison e Holmgren erano decisi a sviluppare una scienza della terra interdisciplinare ed allo stesso tempo una materia che potesse esser appresa come un sistema di progettazione applicata.
Uno dei temi cardini della permacultura, per l’appunto, è la progettazione di insediamenti umani ecosostenibli, in vari climi e zone della Terra differenti.
Un impegno a livello globale
Compito non così semplice per la vastità degli argomenti trattati, che va dagli esempi più pratici di come gestire un terreno, all’etica e alla riorganizzazione di una ipotetica società, ma che portarono avanti con dedizione, gettandosi a capofitto in pubblicazioni.
E fu così che grazie alla loro strenua divulgazione nel gennaio del 1981 germogliò la Permacultura, finalmente come una vera e propria materia di studio.
Possono infatti insegnarla solo i diplomati presso un istituto di permacultura dopo aver conseguito il “Permaculture Design Certificate”, ovvero il corso di 72 ore di progettazione in permacultura.
E i diplomati a formare una rete attiva e sparsa in molti paesi del mondo sono ormai migliaia, oltre tutto in totale assenza di un assetto centrale.
Questo perché in permacultura si vuol porre l’accento sulla condivisione della disciplina senza limiti.
Lo scopo è quello di alimentare un inesauribile dibattito per fomentare un vivo confronto a livello globale su come arginare ed eliminare l’inquinamento antropico.
In permacultura, infatti, si accolgono buone pratiche mutuate da tantissime altre discipline nella libertà di muoversi singolarmente, in gruppo o all’interno di una organizzazione.
Si coopera tenendo sempre presente che soltanto la somma delle parti ha del miracoloso e benefico per l’ambiente.
Questo, alla luce degli attuali cambiamenti in corso ad opera di milioni di persone, ha come meta il perseguire sempre più efficacemente la conservazione dell’energia ed il raggiungimento dell’autosufficienza locale e personale, ma senza scollegare mai il concetto di genere umano da quello di una grande famiglia.
Un sistema che imita gli equilibri della Natura in ottica rigenerativa
Molti permacultori hanno dimostrato che attenersi alle regole progettuali della permacultura consente non soltanto di aderire ad uno stile di vita in armonia con l’ambiente circostante, ma garantisce anche un autosostentamento tale da poter soddisfare in abbondanza ogni esigenza primaria, vivendo dei propri prodotti.
Questo proprio perché tutti i prodotti sarebbero ricavati da un ambiente ricco di biodiversità, e di conseguenza sicuro e stabile come lo è ogni sistema autoconservativo naturale, senza eccedere in uno spreco di energie per far giungere i viveri da lontano fino a noi.
L’obiettivo primario della permacultura consiste nel gestire il territorio al fine di soddisfare i bisogni locali e regionali delle famiglie, e quindi solo in un secondo momento quello di riuscir a produrre un’eccedenza da destinare al commercio.
Fallo adesso
Si tratta di un inizio, si tratta di agire contro fortissime correnti in opposizione, ma si può fare molto.
Lo si deve fare.
La permacultura insegna che gli strumenti per attuare un cambiamento radicale possono consistere letteramente in qualsiasi cosa abbiamo sotto mano, e a portata di chiunque.
L’unico ingrediente imprescindibile alla riuscita progettuale è la forza di volontà ed un senso di responsabilità nei confronti della Terra.
Non esistono scusanti: per salvaguardarci tutti serve agire.
Ed è importante farlo adesso. Da un po’ di tempo a questa parte si può anche contare su una grande squadra.
Ma quindi… la permacultura cos’è?
La permacultura è la disciplina che studia il modo migliore di dar vita a spazi progettati per l’uomo che siano ispirati alle regole della natura.
Nel Mondo Naturale, infatti, tutto ha un suo equilibrio perfetto, ed il riciclo dei nutrienti e dell’energia è reso possibile dall’interconnessione di molte specie.
Non vi è solo l’unica azione incessante e scriteriata della mano dell’uomo intenzionato a sfruttare ogni risorsa in maniera irreversibile, pensando di non dover mai pagare il conto.
La permacultura mette in discussione le pratiche di sostentamento della popolazione odierna e la miope gestione di sterminati terreni incolti ed aree verdi destinati a soddisfare oltre il concepibile i ritmi delle industrie agroalimentari.
Progettare ambienti umani simili agli ecosistemi naturali, invece, garantisce di portare avanti un modello di agricoltura sostenibile.
Un sistema che non potrà collassare per carenza di risorse provenienti dall’esterno, perché auto rigenerativo.
La progettazione in permacultura è quindi alla base di ogni processo costruttivo che abbia come scopo la tutela delle persone e dell’ambiente, ponendosi come regola l’utilizzo strettamente necessario e conservativo al fine di garantire la sopravvivenza dei sistemi naturali, da cui dipende la nostra stessa vita.
Significato ed etimologia
Il termine “Permacultura” è stato coniato da Bill Mollison nel 1974 e deriva dall’inglese “permanent agriculture”, ovvero “agricoltura permanente“.
Il termine “culture” inoltre ha il doppio significato di “coltivazione” e “cultura“.
Nella traduzione in italiano si è optato per il sceglier la forma “permacultura”, anziché “permacoltura” proprio per enfatizzare l’enorme vastità degli ambiti trattati e abbracciati dalla disciplina.
Ecco di seguito la definizione secondo lo stesso Bill Mollison:
“La permacultura è la progettazione e gestione consapevole di ecosistemi agricoli produttivi, aventi la stessa diversità, stabilità e resilienza degli ecosistemi naturali. È l’armonica integrazione di paesaggio e persone che soddisfano in modo sostenibile i propri bisogni alimentari, abitativi ed energetici, e di ogni altra necessità materiale e immateriale.”
tratto da “Permacultura – Manuale di Progettazione” pag. xi – Bill Mollison