Concetti e Temi della Progettazione
– Capitolo 2
Più tempo si dedica alla progettazione in permacultura, più tempo di vita si
guadagna
Concetti e Temi della Progettazione
– Capitolo 2
guadagna
La progettazione in permacultura è l’assemblaggio di elementi concettuali, materiali e strategici all’interno di un sistema a beneficio di ogni elemento che lo compone in armonia con l’ambiente naturale circostante. All’interno di una progettazione funzionale ogni componente del sistema non solo svolge molteplici funzioni, ma ogni funzione essenziale dovrebbe essere supportata da più componenti.
La cosa sensazionale è che studiare anticipatamente un progetto considerando ogni sua parte, in un’ottica di autoregolazione, sembrerebbe impegnativo, ma in verità ci aiuta a risparmiare davvero considerevoli quantità di tempo e risorse. Tempo e risorse sottratti al dover correggere, ad esempio, gli errori di una classica abitazione non esposta correttamente al sole. Più tempo dedichiamo ad una attenta progettazione, e meno tempo speso in fatica avremo per raddrizzare il tiro.
Ovviamente non ci si può fossilizzare meramente su di un progetto su carta. Progettazione è tutt’altra cosa rispetto al mettersi dietro una scrivania, scollegandosi dal luogo che vogliamo trasformare o riqualificare. Si dice che la mappa non sia il territorio. La progettazione piuttosto prende vita e forma proprio durante la messa in pratica e il rodaggio delle idee. In grandissima percentuale consiste nel raccogliere i dati osservando sul posto l’interazione fra i vari elementi che vorremmo armonizzare. Questo approccio intelligente consente di tutelarci anche nel prevenire la fatica che andrà impiegata, invece, per far fronte ai problemi di un sistema tradizionale che impone continuo approvvigionamento di risorse mentali, fisiche ed economiche.
Dare priorità alla progettazione significa dare priorità alla nostra vita. Portare avanti una quotidianità fatta di preoccupazioni che ci privano continuamente di pace, tranquillità e tempo da dedicare a noi stessi è un logorio psicofisico inconciliabile ai bisogni basilari umani. La gratificazione derivante da un lavoro ben svolto all’interno di un sistema autoregolante e produttivo è di vitale importanza per consentirci di vivere una vita davvero soddisfacente, perché ci consente di avere larghiperiodi di stallo durante la giornata per ricaricarci. Come Bill Mollison spesso ci ha ricordato, abbiamo il diritto al gioco e al riposo come a qualsiasi altra funzione vitale, e di poter far fronte alle calamità senza essere soggetti alle oscillazioni climatiche o economico-sociali temendo per la sopravvivenza.
Insomma, la progettazione in permacultura è l’antidoto ai mali che derivano da un agire umano scellerato, e portatore di catastrofi naturali. Basta applicarlo sempre e, un po’ per volta, in ogni ambito della nostra vita.
Progettare applicando un’etica della vita
Lo scopo del manuale di progettazione è, secondo Bill Mollison, quello di dare un input ad attualizzare la creazione di sistemi autoregolanti, e nello stesso tempo racchiudere quella conoscenza, basata sul vivere nel rispetto della Natura, che un tempo veniva tramandata dagli aborigeni oralmente grazie ai miti. Erano loro a educarci e tenerci sempre in allerta sulle conseguenze delle nostre azioni in relazione al mondo naturale che ci circonda. Oggi infatti non esiste alcun corpus di direttive popolari che vadano a sostituire queste conoscenze ataviche. Parliamo di buonsenso. Parliamo di etica della vita. Si sente l’urgenza sempre più di fare appello alla nostra società, composta ormai da individui giorno dopo giorno sempre più inermi, per progettare sistemi autoregolanti. In passato i bambini da piccoli imparavano ben presto attraverso le storie tramandate che ogni azione scriteriata aveva sempre delle conseguenze terribili. Oggi, invece, totalmente slegati dalla percezione della natura, abbiamo soppiantato il buon senso con divieti prestabiliti e astratti, che portano ad una sconnessione dal reale significato e gravità delle nostre azioni. Non si riflette più sulle conseguenze di ogni nostro gesto.
È un bene, però, che ognuno di noi in qualsiasi momento può decidere di assumersi la responsabilità della situazione in cui si trova e fare un piccolo passo verso l’attuazione dei principi in permacultura.
“Politica responsabile (per abdicare al potere)
Il ruolo di una sana autorità è restituire funzione e responsabilità alla vita e all’uomo. Se riesce nello
scopo, non è più necessaria nessuna autorità. Il ruolo di una progettazione vincente è creare un sistema
capace di autogestirsi.”
Tratto da “Permacultura, Manuale di Progettazione” pag. 11 – Bill Mollison
Esclusivo approccio scientifico: è sempre vincente?
Quando parliamo di sistemi viventi dobbiamo tener presente che essi non possono rispondere a definizioni freddamente scientifiche senza considerare tutto il mondo circostante con cui sono continuamente in relazione. Essendo la vita in continua trasformazione, studiarli tramite indagini ed esperimenti non ci può comunque far sperare su di un risultato d’analisi scevro da tutte le variabili inesplorate. Che si voglia o no, quando parliamo di sistemi viventi esse sono così tante che l’unico modo possibile per abbracciare tutta la situazione per intero è quello di attuare la continua osservazione dei fenomeni in loco. E conseguentemente la raccolta di informazioni. E qui sopraggiunge la fantomatica intuizione! Di magica natura, questa, o molto probabilmente la conseguenza dell’elaborazione delle informazioni raccolte precedentemente.
È stato ampiamente dimostrato che durante qualsiasi tipo di esperimento gli esseri viventi reagiscono alle indagini e al tentativo di tenere sotto controllo tutte le variabili o a qualsiasi tipo di ferreo regime sviluppando una serie di disfunzioni, o addirittura impazzendo (sia in caso di ratti, che di umani). Gli esperimenti così si possono definire una eterna ricerca di variabili ancora inesplorate. Questo approccio non è molto differente da quello di un qualsiasi religioso. Quando le variabili sono così tante da non riuscire nemmeno a immaginare il numero (e questa è la situazione di una qualsiasi vita) il metodo scientifico può essere utile come lo è l’analisi nella ricerca di un elemento per volta fino ad arrivare a quello giusto, cercando nel pagliaio filo per filo.
“Possiamo prevedere solamente ciò che abbiamo impostato per essere prevedibile, ma non ciò che incontriamo nel mondo reale dei processi reattivi e viventi.”
Regola basilare in permacultura: applica buon senso, sempre e comunque
Spesso ci si chiede cosa si possa davvero fare affinché gli ecosistemi naturali produttivi non siano distrutti con lo scopo di far spazio invece a sistemi coltivati e “improduttivi”. Si può invertire la rotta soltanto restituendo agli esseri viventi ruolo e responsabilità di autoregolazione. Questo è l’unico modo per poter arrivare a un sistema vitale stabile. I vari campi di studio in ogni disciplina a cui siamo arrivati sono incapaci di entrare in rete per creare un quadro generale che ci possa aiutare a portare avanti una gestione a livello di progettualità urbana senza aver la necessità di un elevato apporto energetico ed economico. Un apporto insostenibile.
Tutto questo in conseguenza ad un surplus di agi non solo non indispensabili, ma addirittura privi di ogni logica e raziocinio, e per cui siamo continuamente in debito in maniera esponenziale. Ci basta osservare i prati ornamentali al posto di orti. In questo fallimento, anestetizzati da un quotidiano urbano frenetico ci si dimentica delle cose importanti, e lo si fa purtroppo con estrema facilità:
“Ci sono diversi modi per non affrontare la vita : assumere droghe, guardare la televisione, ritirarsi in una grotta come fachiri o dedicarsi a letture di scienza pura. Tutti equivalgono ad abdicare alla responsabilità personale nei confronti della vita sulla terra (compresa la propria, naturalmente). Stile di vita sganciati dai valori e privi di un’etica sono aberranti, tanto nelle scienze quanto nella società.”
Tratto da “Permacultura, Manuale di Progettazione” pag. 12 – Bill Mollison
Esiste, invece, un valido metodo di pianificazione che non sia perverso da dogmatici puntigli? In permacultura le soluzioni sono tante, e tutt’altro che rigide. Ecco qui l’elenco (sviscerato punto per punto in interi capitoli nel Manuale di Progettazione):
– Migliorare gli strumenti ( o inventarne di nuovi)
– Raccogliere un’ampia gamma di osservazioni (su singoli o venti o una serie)
– Intuizione (il momento in cui avviene all’improvviso magicamente, ma non troppo, l’illuminazione)
– Prove, tentativi tangibili sul campo 4
– Ipotesi basate su prove valide
– Osservazione di eventi singolari
– Imprevisti
– Imitazione (testare soluzioni già messe in atto da altri)
– Patterning (applicare un modello comune ad elementi differenti)
– e, ultimo ma non meno importante, Buonsenso (gestire un sistema in base a continui adattamenti in conseguenza alle conclusioni di altrettanti continui controlli sul campo)
Non esistono problemi, esistono soluzioni
Possiamo racchiudere così in una lista di concetti basilari tutti i principi di permacultura finalizzati ad attuare una progettazione funzionale coi fiocchi:
1. Lavorare con e non contro la natura. Se trattiamo male Madre Natura non potremmo che aspettarci una reazione atta a ristabilire un equilibrio, anche a discapito nostro.
2. Il problema è la soluzione. Se tutto funziona in entrambi i versi, qualsiasi punto di debolezza può diventare per noi un punto di forza. Basta solo guardare la questione da un punto di vista differente. Il progettista, ad esempio, infatti può percepire un vento freddo come un problema oppure come una soluzione al raffreddamento di una dispensa in una casa riscaldata
3. Attuare il minimo cambiamento per ottenere il massimo effetto possibile. Per conservare e generare energia nei sistemi viventi è necessario impiegare il minor numero di interventi possibili, creando magari sistemi di accumulo utili (all’interno di un paesaggio o di un edificio).
4. La produzione di un sistema è teoricamente illimitata. Gli unici limiti esistenti sono quelli immaginativi. Ogni prodotto di scarto si può trasformare in una risorsa.
5. Tutto fa orto. Significa che ogni cosa ha un effetto sull’ambiente circostante, e che possiamo cogliere molti spunti di idee solo osservando in che modo i componenti trasformano l’ecosistema di cui fanno parte.
(Illustrazione di pag. 17 di “Permacultura – Manuale di Progettazione” di Bill Mollison)
Un Manuale per la vita
Ora che abbiamo intravisto, racchiusa nelle pagine del secondo capitolo, la struttura cardine del testo del manuale di progettazione, non ci resta che leggere, leggere, ancora leggere, e lasciarci ispirare all’azione. Più coscienziosa che mai! Il manuale è stato strutturato nell’ottica di poter aiutare a pensare osservando qualsiasi situazione da angolazioni differenti, dando degli spunti di riflessione che serviranno poi a diventare autonomi e responsabili anche nella personale progettazione. Non vi sono infatti ricette preimpostate. E’ un invito continuo all’osservazione e all’adattamento alle peculiarità di situazioni singolari, oltre ovviamente essere anche una raccolta di consigli pratici e già sperimentati e testati in varie situazioni climatiche e zone del mondo. La cosa sensazionale di questo manuale è che riesce a trasmetterti un modus operandi pronto ad accogliere continuamente nuove ispirazioni da qualsiasi cosa ti circonda, fondendole alle nozioni apprese dal passato. Un punto comunicativo non solo tra settori completamente diversi, ma anche tra varie epoche, appunto che si tratti di una critica alle tecniche del passato o all’acquisizione di conoscenze ataviche tramandate anche attraverso i miti.
A. Kroutikova